Il settore della cyber sicurezza informatica è uno di quelli che tendenzialmente non risente mai della crisi economica, visto che di minacce quando lavori al pc ce ne sono davvero a iosa: la tutela dei dati personali e di tutta una serie di informazioni rilevanti rischia puntualmente di essere messa a repentaglio tra virus, attacchi rilevanti di phishing, trojan, malware, adware, ransomware, siti internet non sicuri in fase di navigazione e password deboli c’è davvero da stare molto attenti. Ne consegue che quello della sicurezza informatica sia un settore che necessita sempre di personali iper-qualificato.
Non è un caso che spesso, chi si occupa della selezione del personale, si ritrovi in difficoltà nel trovare il candidato adatto a lavorare nel dipartimento della cyber security della sua impresa. Vista la tecnicità dell’argomento, purtroppo, talvolta risulta estremamente difficile comprendere le abilità effettive del profilo che si candita a ricoprire questo delicato ruolo in uno dei reparti più strategici in qualsiasi azienda.
Lo strategico ruolo delle certificazioni in ambito cyber security
Per aiutare gli HR manager, negli ultimi anni le certificazioni in ambito cyber security si sono rivelate una prova concreta da tenere seriamente in considerazione in fase di screening. Avere una panoramica generale di quali risorse possono rivelarsi adatte al proprio contesto aziendale, pertanto, risulta decisamente più semplice. Tuttavia, tenendo conto che allo stato attuale delle cose, si contano diverse decine di certificazioni professionali nel campo della sicurezza informatica, è giusto chiedersi quante tra queste risultino effettivamente valide.
Numerosi datori di lavoro tendono ad assumere personale specializzato in materia di sicurezza informatica solo ed esclusivamente tenendo conto delle certificazioni in ambito cyber security possedute dal profilo di riferimento. Il motivo di questa scelta verte interamente sul fatto che credono in toto al valore concreto dei titoli conseguiti. Altri imprenditori e numerosi recruiter, invece, non considerano le certificazioni nel contesto della sicurezza informatica come un parametro vincolante ai fini della selezione. Come mai tutto ciò? Sostanzialmente, le suddette certificazioni sulla sicurezza informatica vengono ritenute non sufficienti per determinare il know-how dell’interessato, presentatosi a colloquio.
Dov’è la verità quindi? Le certificazioni informatiche contano sì o no?
Come sempre in molti casi, la verità è nel mezzo. Le certificazioni in ambito cyber security sono di sicuro un eccellente biglietto da visita per il professionista desideroso di lavorare in un contesto aziendale che dà priorità a questo mondo. Tuttavia, contano anche altri requisiti di natura soft e aventi strettamente a che fare con il carattere dell’individuo. L’impresa, tramite la figura dell’HR manager spesso coadiuvato dall’imprenditore o dal management in fase di colloquio, tende a chiedersi se il professionista in questione è desideroso di mettersi alla prova in quel tipo i realtà aziendale, se il suo carattere è in linea con quello dei suoi colleghi ai fini di un’eccellente integrazione e se ha voglia di apprendere costantemente nuove informazioni. Non va sottovalutato il fatto che quello della sicurezza informatica risulta tra i comparti maggiormente dinamici, visto che le evoluzioni sono all’ordine del giorno. Le competenze maturate nel 2016, tanto per dirne una, possono rivelarsi insufficienti per contrastare alcuni attacchi di natura informatica verificatisi 4 anni dopo. In ogni caso, le certificazioni professionali, sia nel campo della cyber security che in qualsiasi altro scenario, vanno giudicate sempre positivamente, perché dimostrano inevitabilmente la volontà di apprendimento di nuove informazioni, oltre alla capacità di mettersi costantemente alla prova.
Quali sono le migliori certificazioni in riferimento alla cyber security? Partendo dall’assunto che di certificazioni professionali perfette non ne esistono, urge considerare che ve ne sono alcune altamente specifiche che possono essere ritenute utili per ricoprire determinate mansioni e posizioni di vertice a livello aziendale.
Eccole in rapida carrellata.
1. OSCP (certificazione professionale Offensive Security)
Trattasi di una certificazione inerente ai penetration tester. Occorrono grosso modo 3 mesi tra preparazione e formazione sul campo. Alla fine, vi è un esame da superare per ottenere questa certificazione sempre più ambita.
2. CCSP (Certificazione Cloud Security Professional)
Per risparmiare sugli archivi, la migrazione in ottica cloud è una realtà di fatto in una miriade di imprese, non solo a carattere prettamente ICT. Ne consegue che, specie negli ultimi anni, ci sia stata una forte richiesta nella selezione di risorse in possesso di certificazioni CCSP. L’obiettivo di queste società, infatti, ruota tutto attorno alla protezione più totale dei dati migrati in direzione degli ambienti cloud, applicazioni e infrastrutture incluse. Queste ultime vengono ospitate da fornitori di cloud de calibro di Microsoft Azure e Amazon AWS.
3. CRISC (Certificazione in Risk and Information Systems Control)
Il target della seguente certificazione in ambito cyber security è costituito prevalentemente da figure esperte nella gestione dei rischi di natura informatica e delle procedure a cui le realtà imprenditoriali devono attenersi quando vengono prese di mira dagli attacchi hacker. Sostanzialmente, la mission di fondo della certificazione CRISC verte sul dare la possibilità ai professionisti di capire in primo luogo la tipologia di minaccia informatica che occorre affrontare e poi quali sono i controlli essenziali da portare a termine sui sistemi di informazione.
4. CySA + (Cybersecurity Analyst Plus)
Compito di base degli analisti specializzati nel dinamico contesto della sicurezza informatica è quello, in primis, di prevenire le minacce. Se lo scenario si complica, tocca a queste figure effettuare tutte le rilevazioni del caso, dare risposte precise e occuparsi della reportistica. Non è un caso se lo scopo di fondo della suddetta certificazione informatica risulti incentrata sull’analisi comportamentale da applicare sul campo. Insomma, la conoscenza dei protocolli è il focus della certificazione CySA + (Cybersecurity Analyst Plus).
5. CISM (Certified Information Security Manager)
Questa certificazione riguarda i responsabili in materia di sicurezza delle informazioni. Lo scopo di fondo ruota tutto attorno alla creazione di profili manageriali, volti a garantire le competenze necessarie e a dare la giusta leadership in questo settore, costantemente in evoluzione.
Conclusioni
Tirando le somme, tenendo conto che la diffusione di malware e di virus risulta in forte crescita e che, soprattutto, si è registrata una maggiore evoluzione nel campo del rilascio dei codici maligni, oggi più che mai in grado di bypassare le più comuni misure di sicurezza, rivolgiti a Blend IT se intendi trasformare i processi di cyber security nella tua realtà imprenditoriale. A migliorare l’organizzazione nel tuo contesto aziendale, ci pensiamo noi, da sempre abili professionisti quando si tratta di aumentare la produttività dei nostri numerosi clienti e di supportarli nel corso dei problemi di gestione quotidiana, a fronte di eventuali attacchi di natura informatica.