Molto spesso all’interno dei dibattiti politici si discute della questione economica. Cosa s’intende con questione economica? Sicuramente ne avrai già sentito parlare del tasso di evasione fiscale in Italia, il quale risulta essere davvero senza fine, a proposito di ciò sono state emanate delle nuove riforme che dovrebbero servire a diminuirne il livello in breve tempo.
Le nuove riforme in questione fanno pensare che quelle precedenti fossero state inserite un po’ a casaccio senza effettivamente concludere nulla, secondo le recenti direttive date dal governo, verrà attuato un piano contro l’evasione fiscale al fine di recuperare il denaro ”perso” tra gli italiani e punire coloro i quali si sono nascosti da tali leggi. Una delle accuse inserite all’interno di quest’emanazione di normative è quella fatta al garante della privacy.
Chi è il garante della privacy?
Nel 1997 venne istituito per la prima volta la figura del Garante della privacy, questi ha il compito di assicurare la massima riservatezza riguardo il trattamento dei dati personali e bloccarne la diffusione in assenza di una chiara autorizzazione della persone in questione.
Cosa s’intende per dati personali?
Il trattamento dei dati personali è ormai molto diffuso poiché l’utilizzo delle tecnologie fa in modo che queste informazioni si possano spostare da una parte all’altra del mondo in pochi minuti o addirittura secondi, così facendo le informazioni di una singola persona o di migliaia di individui possono entrare nelle mani di persone non autorizzate, infatti molto spesso utilizzano questi dati sottratti illegalmente per l’illecito.
I dati personali possono essere le condizioni fisiche (quali la statura, il colore dei capelli, etc…) ma potrebbero anche essere veri e proprie informazioni riguardo una persona: luogo di lavoro, i possedimenti, attività svolte durante le giornate e molto altro. Questo ha creato un notevole scompiglio poiché il passaggio di questi dati personali da una persona all’altra può essere istantaneo e in pochissimi secondi, senza alcuna autorizzazione da parte tua, in un altro paese conoscono tutto di te, delle tue abitudini e della tua ideologia utilizzando queste informazioni come strumento per le loro attività. Ritornando al garante della privacy, questi una volta istituito come figura ufficiale si è occupato di bloccare il traffico illecito di informazioni personali e di assicurare la massima riservatezza alle persone.
Per quale motivo è stata attaccata la figura del garante della privacy?
L’accusa parte direttamente dalle leggi in fase d’emanazione, una di queste comprende l’articolo 86 il quale prevede l’affidamento di nuovi poteri per l’agenzia delle entrate e la guardia di finanza al fine di scovare coloro i quali fossero evasori fiscali. Secondo questa emanazione il garante della privacy ha bloccato o comunque rallentato il lavoro dell’agenzia delle entrate facendo si che potessero avvenire queste evasioni, l’accusa infatti afferma che questa figura tanto illustre si sia interposta tra il lavoro dell’agenzia delle entrate e le informazioni ad essa necessarie per fare i dovuti controlli. Tutto ciò viene però smentito in maniera concreta dallo stesso garante, il quale afferma di non avere mai rallentato o addirittura bloccato il lavoro di tale agenzia.
Cos’è previsto nell’introduzione di questo articolo 86?
Questa normativa tanto discussa punta a conferire all’agenzia delle entrate e alla guardia di finanza maggiori poteri, ciò significa che entrambe avranno l’autorità di ottenere tutti i dati necessari al fine di fare i dovuti controlli e interporsi nel caso di presunti errori. Così facendo si va però contro quelle che sono le direttive emanate dall’Unione Europea, queste leggi sono normative da dover rispettare riguardo il servizio dei dati personali a cui nessuno può sottrarvisi.
Il regolamento GDPR
Probabilmente questa sigla non ti suggerirà una risposta, GDPR è la sigla proveniente dall’inglese la quale sta per ”General data protection regulation” cioè quel regolamento emanato dall’Unione Europea che fin da subito entra in vigore in ogni stato membro senza che questi possa tirarsi indietro. L’obbligo di adeguamento alle leggi del GDPR deriva dall’intenzione di assicurare all’interno di ogni stato la giusta sicurezza riguardante il trattamento di dati personali e allo stesso tempo mettere sullo stesso piano tutti i cittadini facenti parti di questi paesi.
Perché il regolamento GDPR scombussola tanto le aziende?
Questo regolamento impone il rispetto di numerose regole riguardanti i dati personali, così facendo le aziende dovranno prestare molta attenzione riguardo l’utilizzo delle informazioni dei propri dipendenti e anche quelle dei clienti. Infatti è stata prevista una normativa la quale impone la comunicazione del data breach (consiste nella fuga dei dati personali di clienti o dipendenti in maniera involontaria) entro le 72 ore.
Nuovi poteri all’agenzia delle entrate o rispetto del GDPR?
Ovviamente a riguardo la prima e ultima parola spetta al regolamento europeo al quale nessuno può sottrarsi, è quindi necessario analizzare la situazione da tutti i punti di vista. Se l’articolo 86 prevede dei cambiamenti che non hanno nulla a che fare con il regolamento europeo allora la situazione non creerà numerosi problemi, se invece dando maggiore potere all’agenzia delle entrate e alla guardia di finanza venissero violate delle norme del GDPR si procederà all’immediato annullamento di tale normativa proposta. Una cosa sicura in questa situazione, è che il garante della privacy ha il dovere di proteggere le informazioni dei cittadini ma al contempo deve permettere lo svolgimento dei normali servizi pubblici.
Infatti subito dopo l’accusa fatta al garante, questi si giustificò affermando che l’errore risiedesse nel lavoro dell’agenzia delle entrate, aprendo così un enorme dibattito. L’unica cosa certa è che nessuno può violare il regolamento europeo riguardante il trattamento dei dati personali se risulta uno stato membro.