Negli ultimi anni, l’approccio data driven si è ritrovato sotto le luci della ribalta grazie al processo di digitalizzazione in atto nel nostro paese: infatti, la trasformazione digitale non ha riguardato solo la semplice adozione di soluzioni tecnologiche di primo livello come la dematerializzazione, ma anche soluzioni più avanzate come l’utilizzo dei big data, dell’intelligenza artificiale e anche dell’approccio data driven, secondo cui prendere decisioni strategiche si basa sul supporto dei dati. Quest’ultimo tema, come altri legati alla digitalizzazione, procede a un ritmo più rilassato in Italia, soprattutto per via del tessuto imprenditoriale. Vediamo allora lo stato dell’arte.
PMI e approccio data driven: opportunità da cogliere
Il tasso di adozione delle tecnologie più evolute da parte delle PMI italiane è ancora molto contenuto: per esempio, nel 2021 solo il 6% delle PMI italiane avevano almeno un progetto basato sull’intelligenza artificiale, contro il 59% delle grandi imprese.

Questo dato, per la verità, non stupisce: per potere essere adottate dalle PMI, infatti, le soluzioni tecnologiche devono avere raggiunto un livello di scalabilità e di time to value superiore a quello consentito dalle risorse delle grandi imprese.
Oggi però esistono piattaforme e strumenti in grado di offrire anche alle PMI i vantaggi di un approccio data driven, senza rinunciare alla flessibilità, scalabilità e semplicità di applicazione che questo tipo di imprese richiede. Per esempio, gli ERP di nuova generazione offrono un interessante approccio “ibrido” che unisce l’immediatezza di un software gestionale con la potenza e i vantaggi dell’utilizzo dei dati a supporto delle decisioni.
Bisogna comunque sottolineare che la scelta di seguire un approccio data driven presuppone un cambiamento piuttosto radicale: è indispensabile allora compiere i passi giusti per farlo con successo.
Trasformazione digitale e approccio data driven: non solo tecnologia
Se c’è una lezione da imparare dalla trasformazione digitale in atto è che non si tratta puramente di una questione di soluzioni tecnologiche. Se un’azienda vuole adottare con successo un approccio data driven, il primo step è senza dubbio aprirsi al cambiamento e creare le condizioni favorevoli, anche dal punto di vista delle risorse umane, per affrontare la sfida. Solo successivamente si potrà avviare il processo dalla prospettiva delle tecnologie da impiegare.
4 consigli per un approccio data driven di successo
Il presupposto fondamentale di un approccio data driven è utilizzare con successo i dati per gestire i processi aziendali e prendere le decisioni. Si rivela necessario, allora, che il passaggio sia graduale anche per poter applicare eventuali correzioni: vediamo alcuni consigli per implementare questa strategia.
1. Iniziare da un’area precisa
Il modo migliore per attuare un approccio data driven di successo è senza dubbio partire da un ambito preciso, soprattutto per non esaurire le risorse aziendali senza una reale ricaduta. Il consiglio è iniziare dall’area in cui l’esigenza di miglioramento è maggiore. Per esempio, si può lavorare sulle vendite, approfondendo i tassi di conversione, i margini e l’ordinativo medio: sono tutti aspetti in cui i dati possono essere di grande aiuto. Altrimenti, si può lavorare sull’efficienza della produzione, così da identificare eventuali colli di bottiglia attraverso l’uso dei dati provenienti dagli strumenti. L’importante è consolidare il beneficio prima di passare al progetto successivo.
2. Monitorare le azioni
Proprio perché ci si vuole basare sui dati, è indispensabile controllare, misurare e verificare il successo di ogni azione intrapresa, per capire quali strategie si dimostrano più remunerative. Quali hanno creato il ROI migliore? Oppure: le nuove scontistiche per quantità hanno portato a un aumento degli ordini o della fattura media? Cambiare la disposizione dei macchinari ha davvero ridotto i tempi di produzione? E così via. Anche in questo caso, l’ideale è avere accesso a questi dati all’interno di uno strumento che li renda chiari e comprensibili.
3. Rendere protagonisti i dati
Una volta aver impostato gli strumenti e compreso come utilizzare le nuove informazioni, è indispensabile che i dati siano sempre protagonisti delle decisioni. Per questo è necessario che i decisori li richiedano in azienda, anche se l’ambito iniziale è circoscritto: per esempio, nel caso in cui ci sia una sola linea produttiva o una singola campagna di vendite, iniziare fin da subito a costruire la cultura del dato aziendale si dimostra efficace per un approccio data driven che funzioni.
4. Trasformare i dati in asset
In un’azienda data driven, i dati diventano a tutti gli effetti degli asset e, come tali, è necessario che siano a disposizione dei reparti, del personale e in generale di chiunque possa beneficiarne. Ma non solo: ogni figura in azienda deve essere incoraggiata a utilizzarli. Per questo si rivela essenziale prevedere, anche dal punto di vista tecnologico, gli strumenti e le policy aziendali che rendano la fruizione semplice e immediata.