Quello delle fake news non è un fenomeno recente. Un tempo si chiamavano dicerie, in altri contesti “leggende metropolitane” e talvolta venivano perpetrate anche dai media tradizionali. Le nuove fake news, invece, nuotano nel mare immenso della rete e stanno raggiungendo un pubblico sempre più vasto. Questo avviene per via della facilità di condivisione che questi mezzi offrono e per la tendenza che abbiamo a fidarci maggiormente delle notizie riportate dai nostri conoscenti rispetto a quelle pubblicate dalle fonti più autorevoli, per paura che queste ultime non ci raccontino tutta la verità a causa di ipotetici interessi in gioco.
Che cos’è una fake news?
Letteralmente, le fake news sono “notizie false” e in gergo vengono chiamate “bufale”. Si tratta di un fenomeno che consiste nella divulgazione di contenuti inventati o opportunamente manipolati, al fine di produrre una deliberata disinformazione dei lettori. Si caratterizzano soprattutto dal tono forte ed esagerato e ad oggi vengono principalmente diffuse attraverso i social network e le app di messaggistica istantanea (su tutte, Whatsapp). Perché si creano le fake news e chi le diffonde? Sicuramente la creazione di bufale corrisponde a piani ben precisi di chi si adopera nel progettarle e diffonderle. Gli obiettivi possono essere i più disparati e insospettabili: può bastare anche la semplice voglia di diventare noti online e crearsi un proprio seguito.
Di solito, però, le fake news vengono create e diffuse principalmente per due scopi:
- Scopo politico: l’intento è quello di screditare gli avversari e portare l’opinione pubblica dalla propria parte. Ad esempio, spesso circolano notizie su inesistenti parenti di politici che, guarda caso, non riportano mai gesti nobili ma sempre azioni deprecabili, dall’evasione fiscale ad immotivati stipendi milionari.
- Scopo economico: riguarda principalmente i privati che, compresa la facile presa che questo tipo di notizia ha sul pubblico, scelgono di investire su questo “mercato” che rende indubbiamente di più del buon giornalismo e con un decimo degli sforzi e delle competenze necessari.
Chi posta contenuti online ha spesso come fonte primaria di guadagno i banner pubblicitari ospitati nei loro siti/blog/video e gli introiti aumentano man mano che cresce il numero di persone che clicca o visualizza quelle pubblicità. Questo spiega i toni esagerati, che attirano migliaia di click in più rispetto alla ben più complessa realtà dei fatti. Dunque, se pensavamo che i canali d’informazione ufficiali siano inaffidabili per via degli interessi che hanno in gioco, ora capiamo che anche le fake news sottostanno ad una semplice logica di guadagno, economico o in termini di consenso, e questo meccanismo può essere sfruttato praticamente da chiunque.
Come possiamo riconoscere le nuove fake news?
Veniamo al punto focale di questo articolo: il riconoscimento delle fake news e la capacità di scegliere le fonti appropriate per una corretta informazione. La cosa più semplice è riconoscere i contenitori abituali di bufale. Ci sono dei siti specializzati nella creazione di fake news e solitamente sono facilmente identificabili con un paio di accortezze. Molti di questi portali web prendono in prestito il nome da testate giornalistiche importanti, modificandolo leggermente (celeberrimo è “ilfattoquotidAIno.it”). È inoltre importante prestare attenzione alle estensioni di quei siti che ci lasciano dubbiosi: molti di essi presentano sigle inusuali dopo il punto, come “.lo” o “.com.co”. I canali ufficiali, nella stragrande maggioranza dei casi, terminano con “.it”, “.com” o “.org”.
Altro aspetto che deve farci suonare tutti i campanelli di allarme: il titolone. La maggior parte delle fake news si cela dietro titoli ambigui o esagerati. Quanta curiosità, stupore, indignazione potrebbe mai suscitare un titolo onesto e pacato? Molto poca. Certo, anche le testate ufficiali ambiscono ad attirare l’attenzione, ma se l’intestazione vi sembra eccessivamente sconcertante (es: “Marte in cielo sarà grande come la luna!” oppure “Ci stanno avvelenando e non ce lo dicono!”) la probabilità che si tratti di un falso è elevatissima.
Occhio alle immagini: molto spesso nella costruzione di fake news vengono utilizzate immagini che non hanno una vera attinenza con la notizia raccontata ma che in realtà appartengono ad un altro avvenimento. Infatti, non sempre le bufale sono notizie completamente inventate, talvolta si tratta di accadimenti veri ma raccontati in modo volutamente distorto. Uno stesso articolo su una manifestazione di piazza può avere l’immagine di una sfilata pacifica oppure di una feroce guerriglia urbana: non è detto che ciò che colpisce il nostro occhio corrisponda ad un’accurata e reale documentazione dei fatti.
Le fonti. Non bisogna mai dimenticarsi di controllare le fonti di ciò che viene riportato, a maggior ragione se si tratta di qualcosa di clamoroso. Esse andrebbero sempre verificate e comparate, onde evitare condivisioni di articoli poco veritieri. Se non riusciamo a venirne a capo, cerchiamo di scoprire se la stessa notizia viene riportata anche dalle testate principali. Se invece troviamo il sito da cui la notizia è stata ripresa, è importante esplorarlo per capire chi c’è dietro: la sezione “chi siamo” o “about us” risulta molto utile a questo proposito. Allo stesso modo, diffidate da messaggi audio di dubbia provenienza su Whatsapp e affini. Se iniziano con “sono un medico” o “sono il sindaco di…”, anziché fidarvi in maniera acritica, provate a pensare che dei seri professionisti non darebbero mai informazioni di tale rilevanza attraverso questi canali. È invece proprio chi cerca di disinformare, che ha tutto l’interesse di sottolineare la sua finta autorità, sbandierando qualifiche del tutto inesistenti.
Infine, date sempre un’occhiata alla data di pubblicazione. Nell’ambito delle bufale rientrano, infatti, anche le notizie vecchie che vengono riproposte come attuali le quali, estrapolate dal contesto in cui sono accadute, assumono altri significati. Per farlo vi basterà cercare il titolo su Google e controllare le date dei risultati ottenuti.
In conclusione
Di fronte alla crisi globale che stiamo vivendo, le nuove fake news stanno prendendo sempre più piede in quanto, di fronte ad un argomento ancora tutto da scoprire, discriminare la verità dalla bufala diventa complicato anche per le persone più esperte.
La cosa importante è una soltanto: evitare sempre di condividere notizie o messaggi audio di cui non sia certa una provenienza autorevole, evitando di diffondere involontariamente informazioni false che potrebbero danneggiare l’intera comunità.
È vero, è faticoso fare ogni volta un’approfondita analisi delle notizie, ma riuscire ad individuare subito una bufala e avere così la possibilità di tranquillizzare i propri cari che ci avevano creduto, regala di certo belle soddisfazioni.