Con la crescente diffusione dei droni, nonché il loro impiego in un ambito prettamente specializzato e professionale, sono sempre di più le persone che si chiedono quali sono le normative che regolano l’utilizzo di questi dispositivi.
Come si può ben capire, difatti, l’uso dei droni non può essere svolto senza una forte regolamentazione.
A occuparsi della creazione della normativa per l’utilizzo dei droni ci ha pensato l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (abbreviato ENAC).
Prendiamo questo regolamento come una valida base per comprendere come si possono utilizzare i droni.
La normativa per l’utilizzo dei droni si rivolge in modo particolare ai piloti, sia amatoriali che professionisti, cercando di limitare le loro azioni in modo da rendere il più sicuro possibile l’utilizzo dei droni.
Bisogna ricordarsi che il regolamento ENAC per l’uso dei droni è nato per rispettare l’osservanza dell’articolo numero 743 del Codice Nazionale della Navigazione.
Al giorno d’oggi proprio quest’articolo rimanda i lettori al regolamento stilato dall’ENAC per avere una definizione maggiormente completa e con più specifiche sulle modalità di uso dei droni.
Successivamente il regolamento realizzato è stato ulteriormente ampliato fino a diventare ciò che è al giorno d’oggi: una normativa completa sotto tutti i punti di vista che ci pone la definizione dei droni e delle regole, nonché dei limiti per utilizzarli in maniera corretta.
L’ultima modifica alla normativa è stata riportata il 14 Maggio del 2018 e in gran parte ricalca la normativa europea relativa all’uso degli aeromodelli.
Sempre nel relativo regolamento è possibile trovare le differenze tra gli aeromodelli e i SAPR, ovvero i droni. Per usare questi strumenti in un ambito prettamente professionale i droni devono rispondere ad alcuni requisiti abbastanza specifici.
Per esempio, ogni SAPR dev’essere dotato di una propria targhetta identificativa. Quest’ultima va posta non solo sul drone stesso, ma persino sulla stazione di controllo che si trova a terra.
A questo si aggiunge un dispositivo di identificazione elettronica e un manuale di volo che il pilota deve obbligatoriamente possedere.
Ogni SAPR va obbligatoriamente equipaggiato con un apposito sistema il cui compito è quello d’indicare l’altezza a cui sta voltando il drone.
Facoltativo, invece, è tutto l’equipaggiamento relativo alle luci e ad altri sistemi che offrono la possibilità di vedere il drone in maniera più facilitata.
Rispettando tutti questi requisiti i droni potranno essere impiegati in ambito specializzato svolgendo operazioni di varia criticità.
Un’altra richiesta di fondamentale importanza riguarda il pilota. Il drone deve essere pilotato da una persona che non solo abbia conseguito il patentino di volo con i droni, ma possa vantare anche una notevole esperienza.
Lo stesso regolamento definisce sino ai dettagli anche tutte le operazioni in cui possono venire impiegati i droni. Ne deriva che se un’operazione non è presente tra quelle elencate, l’utilizzo dei droni è vietato.
Le operazioni si distinguono in due gruppi principali: quelle critiche/non critiche e le operazioni VLOS/EVLOS e BVLOS.
A definire con più precisione tutte le operazioni esiste l’articolo numero 7 del Regolamento.
In particolare, le operazioni si suddividono in quelle in cui il pilota ha il contatto visivo con il drone e quelle in cui tale contatto è assente.
In particolare si parla di VLOS (ovvero Visual Line of Sight) quando il pilota ha un diretto contatto visivo con il drone.
Si parla di EVLOS (cioè Extended Visual Line of Sight) quando tale contatto visivo è debole. Infine, si parla di BVLOS (acronimo di Beyond Visual Line of Sight) quando tale contatto è assente.
Il Regolamento considera come critiche tutte le operazioni eseguite dal pilota quando il contatto visivo è del tutto assente.
Quelle in cui il contatto visivo è presente, invece, possono essere considerate come critiche o non critiche, a seconda della presenza o meno di molti altri fattori di rischio.
La definizione delle operazioni non critiche comprende il sorvolo con il drone delle aree urbane, indipendentemente dalla loro densità di abitazione, nonché delle infrastrutture sensibili e dei nutriti gruppi di persone.
Tutte quelle operazioni che non sono incluse nella definizione sono da considerarsi critiche. Il regolamento contempla anche una vasta gamma di operazioni svolte da enti specifici, come i Vigili del Fuoco o la Protezione Civile.
Anche gli hobbisti possono pilotare i droni e se questi rientrano nella definizione degli aeromodelli, non richiedono alcun patentino d’utilizzo.
Inoltre è possibile usare i droni per riprendere i video con una camera, ovviamente rispettando la privacy delle persone.
Gli appassionati possono pilotare un drone senza il bisogno di svolgere un apposito corso.
Chi pilota un drone non ha bisogno di alcuna assicurazione, ma vi sono altri obblighi da seguire:
– i droni vanno usati solo all’aperto e solo durante le ore diurne;
– i limiti di pilotaggio sono: 70 metri massimo di altezza e 200 di raggio;
– gli hobbisti non possono sorvolare le manifestazioni o cerimonie.
6 Maggio 2019